Pittore piemontese (?) del XVIII secolo
Pittore piemontese (?)
del XVIII secolo
Ritratto di architetto con figlio
Ultimo quarto del XVIII secolo - Olio su tela
83,5 x 66 cm., inv. 96
Un compasso, una riga e un foglio con disegno posati sul tavolo in primo piano suggeriscono che si tratti di un ritratto di un architetto con in braccio suo figlio. Non è un ritratto di rappresentanza ma di carattere intimo e confidenziale, caratteristica inconsueta nei ritratti maschili. Infatti, l’uomo che indossa una parrucca, ammicca verso l’osservatore con espressione orgogliosa e al tempo stesso divertita. L’abito con la marsina dalle maniche aderenti, il pizzo bianco che arricciato fuoriesce all’altezza del petto e il taglio del colletto permette di datare cronologicamente l’opera tra il 1770 e il 1790, epoca in cui i baveri delle marsine, dapprima assenti, cominciano a rialzarsi progressivamente. Gli occhi del bambino, ingigantiti e vivaci, introducono un carattere di gusto francesizzante, alla maniera di Elisabeth Vigée-Lebrun e di Jean-Baptiste Greuze. Proprio questo dettaglio può far supporre che l’autore del ritratto appartenga alla cerchia di pittori della corte sabauda e lo stesso effigiato sia un membro della società degli architetti in essa operante. La sua identificazione potrebbe essere allusa dal frutto che il bambino tiene in mano, un dettaglio non casuale con il quale rappresentare per immagine il cognome della famiglia.
Foto: ©Giorgio Olivero