La Casa Mallé
Casa Mallé nei primi decenni del secolo
Il Museo Luigi Mallé nel 2017.
I criteri museografici di allestimento tengono conto del tipo di ristrutturazione avvenuta nel decennio ottanta del secolo scorso, a seguito della quale la casa Mallé perde l’originario assetto di dimora di famiglia. Prima della ristrutturazione, la casa presentava dei locali al piano terra adibiti alle attività diurne (studio, salotto, locale di servizio, sala da pranzo e cucina), il primo piano con cinque locali ospitava le stanze private per le attività notturne.
Le stanze si affacciano ancora oggi su un piccolo cortile, cinto da mura alte (al riparo da occhi indiscreti) e abbellito da piante e rampicanti (vi è una rosa secolare, documentata in una fotografia che ritrae il Mallé bambino con la madre al principio degli anni trenta).
La famiglia Mallé tra le cui fila figurano falciai, canonici, geometri, assicuratori, notai e avvocati, risiede stabilmente a Dronero fin dal secolo XVIII in una abitazione situata al di fuori delle mura cittadine che, in seguito all’ampliamento del borgo, viene inglobata nel contesto urbano e a tutt’oggi si trova collocata in prossimità della principale arteria stradale che collega Dronero all’alta Valle Maira, antistante al convento seicentesco dei Cappuccini.
Dal 1905 la casa non è più abitata stabilmente ma diviene meta di villeggiatura per la famiglia Mallé che si trasferisce a Torino. Ogni estate, Luigi Mallé trascorre le vacanze nella casa paterna, un luogo che per lui diviene essenziale punto di riferimento nel corso della sua esistenza.
In questa casa i ricordi e gli oggetti della sua famiglia, i mobili e le suppellettili sono
l’esito di una stratificazione di esistenze, di gusti e di scelte che rispecchiano le
generazioni precedenti intrecciandosi con la vita del suo ultimo proprietario, Luigi Mallè, divenuto direttore dei Musei Civici di Torino nel 1965.