Scheda approfondimento
Nino Aimone si avvicina alla pittura sul finire degli anni quaranta, alternando lo studio autonomo su copie dal vero e le frequentazioni ai corsi dell’Accademia Libera di Belle Arti di Torino con il lavoro quotidiano di operaio nelle industrie torinesi. La svolta avviene sul principio del 1951 quando Felice Casorati lo accoglie nel suo cenacolo, luogo nel quale si formano le coscienze estetiche di molti giovani pittori della Torino del secondo dopoguerra. La personale del 1955 allestita nella galleria Spotorno di Milano, sigla il suo esordio espositivo, con una ricerca avviata su una semplificazione della forma, in bilico tra una rigorosa e lucida spoliazione di eccessi e aneddoti figurali, e una larvata ma germinante apertura verso magmatiche e pulsionali aree cromatiche che tradiscono una temperatura informale covata tra i bianchi gessosi e i rossi accesi. L’opera in Collezione Crema, il pastello ad olio e matita su carta Cumiana, si colloca in una fase importante, tra le prime affermazioni nazionali e la partecipazione alla XXVIII° Biennale di Venezia del 1956, a cui ritornerà nell’edizione successiva del 1958, e il successivo invito alla IX Quadriennale di Roma del 1965.