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Lucio Fontana
(Rosario di Santa Fe, Argentina, 1899 - Comabbio, Varese, 1968)
Concetto spaziale (1956)
Disegno a biro su carta, 20 x 27 cm., inv. 63.
Firmato e datato a destra in basso: «Fontana 1956 (?)».
Sul passepartout: «Concetto spaziale 1946. Biro; cm. 20 x 27».
Restauro: 1995, C. Savio, Torino.
L'opera è riconoscibile nell'elenco allegato all'inventario d'eredità, collocata nel locale di servizio annesso allo studiolo.
La Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino fu il primo grande museo italiano a dedicare una completa retrospettiva a Lucio Fontana (cfr. Lucio Fontana, catalogo a cura di Aldo Passoni con presentazione di Luigi Mallé Torino 1970). L'evento ebbe il significato di una consacrazione ufficiale dell'artista in Italia e la vedova di Fontana, signora Teresita, ne fu molto grata al Museo, cui donò un'opera preziosa e ben trenta disegni. Non è affatto improbabile che anche il disegno qui presente sia un segno di riconoscenza offerto al Direttore del museo torinese. La datazione «1946» riportata sul passepartout non è sostenibile. Il disegno appartiene alla famiglia dei «concetti spaziali» successivi al Manifesto blanco (1946) e non può essere precedente al momento (1949-50) in cui la pittura ad olio comincia ad assumere un andamento a vortice, a galassia, assecondato dalla posizione dei buchi. Una parentela si può indicare anche con i disegni intitolati Concetto spaziale e datati 1950-51 pervenuti alla Galleria d'Arte Moderna. In sei di questi Fontana svolge, come nel disegno di Mallé, il tema grafico del fulmineo viluppo lineare che percorre il foglio senza staccarne lo strumento scrittorio, creando un effetto, anzi un'idea, un «concetto» di spazio cosmico dilatato in profondità e in larghezza. La datazione del presente disegno può essere interpretata come «1956» e tale lettura può trovare la sua giustificazione nella vicinanza tra la costruzione grafica del foglio, percorso da una linea che si sviluppa ancora secondo la forma dinamica della spirale, ma colpita da improvvise accelerazioni rettilinee, e quella di talune opere pittoriche datate al medesimo anno, nelle quali colori, buchi e pietre assumono la stessa disposizione spaziale.
Rosanna Maggio Serra, in E. Ragusa (a cura di), Museo Mallé Dronero, L’Artistica Savigliano, 1995, pp.166-167.