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Per approfondire

Lucebert (Lubertus J. Swaanswijk)

(Amsterdam 1924 - Alkmaar, Olanda, 1994)

 

Senza titolo

Acquerello su carta, 41 x 26 cm., inv. 58. Sul retro etichette: «Galerie D'eendt n.v. / Spuistraat 272, Amsterdam-C / n. 12 Lucebert "Senza titolo"»; «L'Approdo / Galleria d'Arte Moderna Torino: Autore Lucebert: Mostra "30 opere scelte di Lucebert dal 19-6 all'8-7- 1965. Cat. n. 11"».

 

La barca di Caronte

China, pastelli a cera e matita colorata su carta, 24 x 30 cm., inv. 55.

Sul retro etichette: «Galerie D'eendt n.v. / Spuistraat 272, Amsterdam»; «Galleria Flaviana. Autore: Lucebert; Titolo: La barca di Caronte. n. reg. 5/16; Locarno dal 29-8 al 17-9- 64»; «L'Approdo / Galleria d'Arte Moderna Torino: Autore Lucebert: Mostra "30 opere scelte di Lucebert dal 19-6 all'8-7- 1965. Cat. n. 15"».

Le due opere sono riconoscibili nell'elenco allegato all'inventario d'eredità, collocate nel salotto.

 

Che l'adesione di Luigi Mallé al lavoro sull'arte contemporanea svolto dalla Galleria Civica torinese fin dall'apertura della nuova sede (1959) fosse convinta e non soltanto sentita come dovere d'ufficio, e testimoniato dall'entrata nella sua collezione personale di opere come queste. Mentre in museo giungevano (1966) tredici importanti bozzetti delle copertine della rivista "Cobra", Mallé, che era appena subentrato a Vittorio Viale nella carica di Direttore dei Musei Civici di Torino, si procurava queste due belle prove di un interessante artista compagno di strada dei Cobra, ma non rappresentato nella raccolta acquisita dalla Città. La provenienza delle opere e con tutta evidenza la medesima, cioè dalla galleria torinese L'Approdo di Arturo Bottello. L'olandese che usa lo pseudonimo Lucebert, assai meno noto in Italia di artisti come Appel o Jorn, e come questi un rappresentante dell'espressionismo vitalistico che si è manifestato in tutta Europa (pensiamo anche all'italiano Pinot Gallizio) intorno al 1950, volgendo il proprio interesse sia alle arti plastiche sia all'espressione verbale. Dopo aver aderito al Gruppo Sperimentale Olandese, Lucebert fa parte per breve tempo del Gruppo Cobra, poi si ritira a vivere fuori dalle grandi città e continua a sviluppare un suo linguaggio fondato sullo spontaneismo, convinto che un modello possa essere trovato nell'espressione figurativa dell'infanzia dove si incontrano stupore incontaminato per il mondo e sorgiva manifestazione segnica. Molti i riconoscimenti ufficiali del suo lavoro. Nel 1954 vince il Premio di poesia Città di Amsterdam e viene invitato a Berlino a lavorare con Berthold Brecht; nel 1959 vince il Primo premio ex aequo alla Biennale dei giovani di Parigi; nel 1960 si aggiudica il Premio Marzotto; nel 1964 e presente alla XXXII Biennale di Venezia con diciassette opere nel padiglione olandese con Appel e Jaap Mooy e gli viene assegnato il Premio Cardazzo per la pittura. Le due ridenti carte della collezione Mallé mostrano con quanto controllo Lucebert attinga al linguaggio e al mondo fantastico infantile. Più vicino ad Alechinsky e a Constant che non alle intemperanze di Appel, Jorn, Gallizio e altri, Lucebert compone armoniosamente il suo foglio e si affida, oltre che al colore, alla linea di contorno, quindi al segno e non al gesto. 

 

Rosanna Maggio Serra, in E. Ragusa (a cura di), Museo Mallé Dronero, L’Artistica Savigliano, 1995, pp.164-165.

 

BIBLIOGRAFIA: 30 opere scelte di Lucebert, 1965, n. 11, ill. p. 4; 30 opere scelte di Lucebert, 1965, n. 15.

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