Per approfondire
Gualtiero Nativi
(Pistoia 1921)
Costruzione (1948)
Tempera su tela, 120 x 60 cm., inv. 128.
Firmato in basso a sinistra: «Nativi».
Sul retro in alto: «G. Nativi 1948 / Costruzione».
Sul telaio etichetta: «304».
L'opera è riconoscibile nell'elenco allegato all'inventario d'eredità, collocata nel locale annesso allo studiolo.
Nel 1947 Nativi, insieme ad altri artisti toscani come V. Berti, M. Nuti, B. Brunetti, fa parte del gruppo Arte d'Oggi, influenzato dal postcubismo e sensibile alla razionalizzazione della forma. Si avvia cosi verso l'astrattismo, che nel dopoguerra pareva a quei giovani pittori — eterodossi rispetto alla linea culturale del Partito Comunista — la strada giusta per risolvere il problema del rapporto tra l'artista e l'ideologia progressista. Nel 1950 firma il manifesto dell'Astrattismo classico legandosi stabilmente a questo indirizzo pittorico. In seguito avrà commissioni per grandi decorazioni murali, collaborerà con l'architetto Giovanni Michelucci e farà parte del gruppo Espace di Parigi. «La pittura e pensiero, tutto deve essere pensato, anche se alle spalle ci sono rabbie, gioie, dolori» dirà in un'intervista anni dopo, confermando la sua scelta razionalista per l'astrattismo. All'interno di questa Nativi tuttavia ha sviluppato un suo percorso individuale e indipendente dalle manifestazioni del gruppo milanese-comasco attivo anche dopo la seconda guerra. Costruzione compare nel catalogo di una mostra dedicata a Nativi nel 1968 dalla galleria torinese Il Punto di Remo Pastori. Qui ad evidenza Mallé acquistò il dipinto, attratto dalla purezza dell'astrattismo geometrico di quest'opera giovanile, che gli poteva ricordare quelle degli anni trenta, che tanto amava, di Radice, di Soldati, di Veronesi entrate in Galleria Civica d'Arte Moderna pochi anni prima.
Rosanna Maggio Serra, in E. Ragusa (a cura di), Museo Mallé Dronero, L’Artistica Savigliano, 1995, pp.160-161.
BIBLIOGRAFIA: Gualtiero Nativi dal 1947 al 1952, Torino 1968, ill.