Scheda approfondimento
Dopo i primi studi di pittura a Torino con il maestro Luigi Serralunga, Ettore Fico frequenta l’Accademia Albertina, ma ben presto è costretto a partire per la Seconda Guerra mondiale e dal 1943 al 1946 è prigioniero in Algeria. Rientrato in patria, si stabilisce definitivamente nel capoluogo piemontese, dove viene a contatto con un ambiente intellettuale in grande fermento e con gli artisti impegnati nelle più svariate ricerche. Si mette in risalto nel 1955 alla VII° Quadriennale di Roma per l’esuberante autonomia cromatica dalla forte presenza di colori accesi e vivaci. Questa predilezione per una cromia costruttiva traspare dall’olio su tela Natura morta con melograni, un dipinto in cui ha un ruolo strutturale la contrapposizione delle tinte complementari.